Conosciuto come il Carcer Tullianum, il carcere Marmetino è la più antica prigione di Roma. Costruita da Anco Marzio nel VII A.C. Qui gli apostoli Pietro e Palo rimasero imprigionati prima del martirio. Dunque è una struttura storica che ha molto da rivelare sulla vita dell’antica Roma.
In base alle fonti e reperti storici ci furono tanti altri nomi importanti che “attraversarono” il carcere Marmetino come Giugurta, re della Numidia, e Vercingetorige il re dei Galli. Tutti personaggi dell’antica Roma Avanti Cristo.
Oggi questo edificio è ancora presente, ma naturalmente ha perso la sua funzionalità di carcere. Esso è diventato un ambiente da visitare ed è stato ristrutturato nel corso dei secoli. Rimane uno dei monumenti più antichi presenti a Roma.
Dove si trova il carcere Marmetino
Il carcere Marmetino si trova a Clibio Argentario, chiesa di San Giuseppe dei Falegnami. Praticamente è vicino al Foro Romano. L’indirizzo completo è Clivio Argentario, 1 nella città di Roma. Simbolo della legge severissima dell’impero romano, oggi è un luogo che è rimasto fedele alla sua struttura, anche se essa è stata modificata nel rinascimento.
Molte le storie e le atrocità che sono capitate al suo interno. Nei reperti storici che parlano del carcere Marmetino troviamo delle descrizioni sia del trattamento dei prigionieri che poi della strana sparizione di eventuali cadaveri. Si è reso protagonista poi di alcuni suicidi misteriosi, come la strana tendenza, dei carcerati di strangolarsi. Cosa che è ridicola. Sicuramente essi venivano uccisi e strangolati, ma la causa della morte veniva classificata come “suicidio”.
La prima fonte battesimale
Nelle tante leggende che ruotano attorno al carcere Marmetino troviamo quella che, nelle prigioni sotterranee, dove i prigionieri veniva calati in un fosso che erano le fondamenta, c’è stato il primo miracolo di San Pietro. Quest’ultimo era uno dei detenuti che, prima di subire il martirio, fece sgorgare una sorgente e con quell’acqua battezzò tutti gli altri prigionieri e quelli che subentrano, dopo la sua venuta. Il processo dei martiri era lungo, poteva durare mesi, in questo tempo, soggiornare nel carcere Marmetino, non era piacevole.
Oggi c’è ancora la fonte battesimale in cui è stato costruito un altare in memoria di uno degli apostoli di cristo.
Il terrore di Roma
Furono in molti a scrivere sul carcere Marmetino specialmente antichi senatori, filosofi e scrivani. Tutti parlavano di un luogo tra i peggiori in cui finire, dove ci si entrava vivi per uscire solo da morti o per essere il pasto dei leoni al Colosseo.
Questo era un modo per ispirare il terrore nel popolo e nelle nuove generazioni. Oggi sono degli scritti che fanno capire che il carcere Marmetino era il terrore della capitale. Coloro che vi si avvicinavano potevano sentire solo gemiti di dolore e grida, sia di giorno che di notte.