Sempre più persone decidono d’investire nei fondi comuni. Ne esistono di diverse tipologie ed è importante capire su quali optare e sapere a quanto può ammontare la tassa sui fondi comuni stessi.

Come investire nei fondi comuni

Esistono due tipologie di fondi comuni, quelli chiusi e quelli aperti. Ogni fondo opera in maniera autonoma, spesso diversa da altri fondi, basandosi su determinate caratteristiche. Nel caso dei fondi aperti, il capitale è variabile e possono esserci diversi sottoscrittori di quote. Ognuno degli investitori, dunque, è libero di lasciare il fondo in qualsiasi momento voglia farlo. In tal caso, il valore della quota liquidato dalla società sarà versato sul conto corrente della persona, tenendo conto dell’eventuale imposizione fiscale a suo carico.

Nel caso dei fondi comuni chiusi, invece, il capitale è fisso e chi vuole sottoscrivervi la propria quota può farlo solamente nel momento d’istituzione del fondo stesso e non può decidere liberamente quando lasciarlo, ricevendo comunque il valore della quota liquidato dalla società, ma deve necessariamente aspettare la data di scadenza del fondo.

È necessario sapere che, a parte questa macro-suddivisione, esistono diversi tipi di fondi comuni sul mercato: fondi obbligazionari, fondi di liquidità, fondi azionari, fondi bilanciati, fondi immobiliari, fondi ETF e fondi di altri fondi. Con tutte queste possibilità a disposizione, può non essere semplice per l’investitore, o aspirante tale, decidere in quale fondo comune investire.

Come scegliere in quale fondo comune investire

Per determinare in quale tipologia, o in quali tipologie, di fondo comune investire è necessario partire dal margine di rischio che la persona è disposta a correre. L’opzione consigliata, comunque, è quella d’investire in più di un fondo comune, optando quindi per categorie diverse. Prima di scegliere definitivamente i fondi, essi vanno messi a confronto e analizzati usando il prospetto informativo e i documenti contabili che la Società di Gestione del Risparmio è obbligata a fornire. Oltre a tenere di conto di quale fondo soddisferà al meglio le esigenze di quel preciso investitore, non possiamo tralasciare i costi che, ovviamente, hanno un peso sul rendimento totale dell’investimento. Se l’investitore non ha le conoscenze o competenze per svolgere da solo queste necessarie valutazioni, può affidarsi a un intermediario di cui si fida o che comunque ha una comprovata e lunga esperienza nel settore.

La tassazione sui fondi comuni

Prima di parlare della tassazione sui fondi comuni, e di cercare di determinare a quanto può arrivare, è necessario capire di che cosa stiamo parlando. I fondi comuni hanno l’obiettivo di generare un plus valore utilizzando degli assets diversificati. Ogni fondo comune ha tre attori protagonisti, che sono il fondista, la società di gestione e le banche depositarie. In Italia ci sono state diverse discussioni legislative per determinare la tassazione sui fondi comuni e il nuovo regime  per gli organismi d’investimento di diritto italiano è regolamentato dall’articolo 73 del Testo Unico su Imprese e Redditi (TUIR). Esso si applica a tutti gli OICR, esclusi i fondi comuni immobiliari. Sui fondi comuni che investono in crediti, dunque, il regime fiscale stabilisce che i redditi siano esonerati dalle imposte sui redditi purché il fondo, o il soggetto che lo gestisce, sia soggetto a forme di vigilanza. L’aliquota dell’imposizione sui redditi provenienti dai fondi comuni d’investimento è generalmente proporzionale, pari al 26%.