Ogni genitore con uno o più figli piccoli sa che, prima o poi, dovranno affrontare una loro fase molto delicata e molto particolare “l’adolescenza“. Durante questo processo di crescita il ragazzo o la ragazza cambia sia mentalmente che con il corpo, si sviluppa di più e con ciò l’arrivo degli ormoni può farli sentire a disagio con se e con gli altri, ma ogni famiglia è diversa così come ogni aiuto che essi possono ricevere sia da loro che dagli insegnanti.
Da che età comincia?
L’adolescenza è divisa in 3 fasi:
- preadolescenza: che va dai 11 ai 14 anni, in questa fase il corpo dei ragazzi inizia a cambiare.
- adolescenza: va dai 15 ai 18 anni, il ragazzo è diventato maggiorenne e ha il mondo degli adulti alle porte.
- post adolescenza: parte ai 19 anni fino ai 22, il ragazzo ormai è considerato un adulto e deve sapere da solo le sue responsabilità.
Da cosa è caratterizzata?
Entrando nelle scuole medie, già molti preadolescenti inizieranno a studiare su altri tipi di libri di scienze che tratta molto sul corpo umano e piano piano anche loro, prima o poi, noteranno in sé vari cambiamenti perché durante quest’età il cervello inizia a produrre più ormoni.
Già in questa fase molte più bambine rispetto ai maschietti, sono già entrate nella pubertà, il corpo si sviluppa per quando da grandi potranno accogliere i futuri figli, o anche per avere i primi rapporti ma dopo i 18.
Nelle ragazze la pubertà è caratterizzata dall’arrivo delle mestruazioni, mentre nei ragazzi avviene la eiaculazione notturna, questo per loro significa che possono produrre spermatozoi che, a contatto con gli ovuli maturi delle ragazze, possono generare figli, ma questo se non si vengono usate le adeguate protezioni.
Durante la pubertà inoltre cambiano i toni della voce di entrambi, per via degli ormoni molti maschi crescono in altezza, le ragazze invece, se al’inizio hanno mestruazioni pesanti o abbondanti, potrebbero avere un blocco nella crescita, ma questo dipende molto dal fatto anche dei geni familiari.
Mentalmente invece iniziano a pensare molto a loro stessi, l’egocentrismo che avevano nel primo anno di vita si risveglia, e vogliono provare delle cose nuove e diverse, o avere anche oggetti che hanno anche i loro amici e compagni di classe: vestiti di marca, cellulari, orecchini, motorino,… e quando lo chiedono ai genitori non è molto una richiesta, ma un obbligo.
Se ricevono un no come risposta la maggior parte delle volte non l’accettano e non vogliono capirne le motivazioni.
Bisogna stare molto attenti alle loro parole e ai loro atti, molte volte chiedono aiuto e mai lo ricevono come vorrebbero, può capitare infatti che se un genitore è occupato in altro, loro si avvicinano in quei momento perché non sono al centro dell’attenzione e tendono a cercare un dialogo in questi momenti.
Se anche il rendimento scolastico non è dei migliori non bisogna né minacciarli e nemmeno picchiarli, ma bisogna parlare con loro e capire qual è il vero problema e che forse questa scuola, o titolo di studio non è proprio adatto a loro.
Se sono arrabbiati o interessati a qualche attività sportiva, o a imparare a suonare qualche strumento, i genitori devono incitarli nelle loro scelte ma creando con loro anche una specie di patto per quanto riguarda la scuola, se andranno bene, possono continuare la loro attività preferita.